lunedì 27 febbraio 2012

Letture

Ha gli occhiali sulla punta del naso e legge attentamente. La pinza di plastica lega una crocchia di capelli così in punta sulla testa da sembrare un bacio-perugina. 
Sfoglia compiaciuta le pagine lucide leccando il dito, e non si lascia distrarre dalle fermate che si susseguono. 
La vedi segnare un appunto, poi rimanere con la penna sospesa per aria, nell'attesa del prossimo passaggio da evidenziare. 

Si distoglie un istante dalla lettura, si risveglia dal trance e leggermente affannata ripiega ogni cosa, preparandosi a scendere alla fermata successiva. 
Mi guarda un istante senza vedermi, poi scivola via con quella fiumana indistinta di cappotti grigi giù per la scaletta metallica del tram. 
La sua borsa multicolore e il cappottone fiorato sembrano appartenere a due mondi separati, così come le scarpe polverose appartengono sicuramente ad un'altra epoca. 
Osservo dal finestrino, e mentre riparto, chiusa in questa lattina rumorosa, un foglio piegato con troppa fretta le scivola ondeggiando sul selciato. 
Si volta e indugia ma viene trascinata dalla corrente di cappotti grigi verso una meta oscura. 
Il foglio resta a terra, calpestato, le foto del prosciutto cotto e dei piselli in offerta cerchiate due volte.
Ma lei lo conosce già a memoria. 

2 commenti:

  1. Mi piace!
    Mi ricorda un pò uno dei tuoi primi racconti... (ero già fan) che parlava di un compute chiamato Compimila (gli anni 2000 avevano ancora il sapore di Marty McFly!) e di un viaggio esotico surreale ma che lasciava traccia di sabbia sotto la scrivania.

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  2. Ma pensa!! Come fai a ricordare una cosa così lontana? Io non lo ricordo più!

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