giovedì 9 febbraio 2012

Sulla porta

Ha un compito importante da svolgere, per questo è così austera. Senza di lei non si potrebbe procedere, orologio alla mano, sguardo incorruttibile.
Controlla l'andirivieni dal suo metro e quaranta di altezza, che termina con una massa di capelli corti dall'aspetto lieve, qua e là ombrati di grigio.
Come ogni mattina il viso è serio, ma quel naso rotondo le dà suo malgrado un aspetto buffo. Diresti che somiglia ad una lontana zia, quella più bruttina in verità ma a cui vogliono tutti bene.
Saluta con un cenno del capo senza abbozzare sorrisi, il dito è vicino all'interruttore così non rischia ritardi.
È arrivata l'ora, non ci sono scuse, e preme forte sul tasto alla parete.
La campanella squilla stridula.
Tutti fuori i genitori, l'ora di ingresso è terminata.
Si alza decisa col blocchetto consumato e la matita, e inizia il giro delle classi a contare i bambini presenti per dirlo alla mensa.
E la sera, a volte, sogna di fare il vigile urbano.

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