martedì 19 febbraio 2013

Il silenzio di Lea

Doveva decisamente smettere di fumare.
Lea si era svegliata all'alba in preda ad una tosse malefica che le tagliava il respiro, e non era più riuscita a dormire.
Troppi pensieri, e quella dannata tapparella che lasciava filtrare la luce del lampione della strada...

Non l'ha ancora sistemata. Gliel'avrò chiesto decine di volte. Sempre che ne sia capace, ovviamente.
Devo ricordarmi il sugo per Teo, prima che parta.
Devo anche mettergli le lenzuola in valigia, senò le dimentica come la settimana scorsa.
Gli avrà già dato i soldi, Lui? Guarda là come dorme beato... e poi si dimentica pure di dare la paghetta al figlio che parte per l'università.
A proposito, domattina devo andare a prelevare, io li ho finiti. 
E forse sono finiti anche in banca se ci penso bene. Decenni di lavoro e un bel giorno grazie mille, è stato un piacere, ecco la sua liquidazione! Evviva.
Beato Lui che ronfa senza pensieri.
E poi c'è l'avvocato. Devo chiamarlo per sapere a che punto è la causa di risarcimento. E devo chiamare l'oculista per prenotare il controllo. Stavo quasi dimenticando di disdire l'abbonamento a Felicità. Non è più tempo per queste riviste, ora che c'è un solo stipendio. E che stipendio, ahah!

"Sei sveglia?" chiese piano Lui allungando una mano sul cuscino.
Per tutta risposta un rantolo di tosse, e poi un secco "Si".
Lui si girò tirandosi dietro le coperte, bisbigliò qualcosa che doveva sembrare un vago "non stai bene?", e riprese a dormire.
"Figuriamoci se si sveglia" pensò lei tra sé stizzita.
Proprio la sera prima, l'ennesimo batti becco.
"Ti avevo chiesto di pensare tu all'idraulico, sono giorni che manca l'acqua calda, non è possibile che ti sia dimenticato ancora"
"Mi dispiace, te l'ho detto, ma guarda che quando sono in ufficio non sto mica a giocare. Non posso pensare a tutto io" aveva ribattuto Lui.
"A tutto tu? Per esempio? Fammi un esempio di quello a cui pensi tu, vediamo"
"Per favore non fare le solite scenate..." aveva tagliato corto, sfilandosi i pantaloni malfermo sulla gamba di appoggio.
Forse lo guardava per la prima volta, o forse non si era mai accorta di quella pancia abbondante che gli era venuta, e della calvizie che procedeva inesorabile: un estraneo in canottiera e mutande.
"Non sono le solite scenate, e tu non lo hai ancora capito. Non è questo che volevo da un marito, non è questo che avevo visto in te..."
"D'accordo. Proverò a cambiare" aveva risposto lui distrattamente, convinto che fosse la solita crisi passeggera, e che sarebbe svanita da sola senza alcuna necessità di impegnarsi.

Senti come russa. La prossima volta che allunga la mano gliela mordo, chissà, magari si scuote e mi ascolta veramente.

Lea si abbandonò sul cuscino con gli occhi aperti, continuando la sua lista di pensieri. Una marea di cose da fare, e il suo stomaco ricominciava a bruciare. Tutto gravava su di lei, e sapeva di essere ad un passo dal crollo.
Sorridendo nel sonno, Lui si girò verso di lei e allungò la gamba per cercare la sua. Lei la ritrasse quanto bastava per scostarsi, ma Lui avanzò ancora.

Ovviamente cerca il contatto fisico. Conta solo quello per "loro". Ma da quanto tempo non mi guarda negli occhi, piuttosto? Da quanto tempo non lo fa a me, quel sorriso idiota che adesso ha stampato su quella faccia rotonda? Amore? Ma che amore, ma per piacere... non so nemmeno perchè siamo ancora qui.
Vediamo... devo accompagnare mia suocera al controllo, e poi vuole che la porti al cimitero a trovare il marito. Ma prima devo passare alla posta a spedire una raccomandata.
E l'ago aspirato lo farò poi... non è così urgente in fondo. Quando avrò un attimo di tranquillità ci andrò. Non è così urgente in fondo. L'ha detto anche Lui che non è niente, no?

"Ma sei già sveglia?" chiese di nuovo Lui, con semplicità.
"Ho un sacco di pensieri"
"E rilassati una buona volta... prova a dormire un po', vedrai che domani starai meglio. Sei sempre così ansiosa e complicata..." E riprese a russare.

Nel silenzio interrotto dal fastidioso sibilo gutturale, Lea strinse forte a sè il cuscino, trattenendo la rabbia e la voglia di gridare.
Lo stomacò bruciò più forte, e capì che era arrivato il momento di smettere.
Smettere col fumo, smettere con lo stillicidio che la stava distruggendo, smetterla con quella vita.
Appoggiò il cuscino sulla faccia rotonda che dormiva a bocca aperta e indugiò qualche istante.
Nel silenzio non interrotto più da alcun rumore, si sentiva finalmente libera.


P.S.
Questa storia non è autobiografica!
(O per lo meno, soltanto un pochino)

16 commenti:

  1. Beato l'amore che non ha possessore ne'posseduta ma entrambi si donano..... sono i più difficile da trovare ..... Lo diceva Borges

    Lelli Family

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    1. Verissimo!
      purtroppo nella vita di tutti i giorni quell'amore si scontra con la quotidianità...

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  2. Ah, ah. Bello, crudo, divertente.
    Mi piace.
    Raffaella

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  3. Ben scritto, ben strutturato, bello...mi è venuta la stessa ansia che avvertiva la protagonista. Dopo aver letto il finale e il tuo post scriptum...ho però tirato un sospiro di sollievo ;-). Baci, tesoro

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  4. Scrivi veramente bene, complimenti :)
    ti leggo con vero piacere! :)
    Federico

    lavaligiasottosopra.blogspot.it

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  5. mi piace molto questa idea dei racconti e delle fiabe, anche io ne invento per i miei bambini. e da un po' di tempo ho questo sogno di frequentare un corso di scrittura creativa. magari a breve ti scoccerò con qualche domanda sul tema ;)
    complimenti per il blog!

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  6. Tristi quotidianità...ma per lo meno con un guizzo di speranza nel futuro.
    Come non immedesimarsi...

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  7. Che bello!, che bella idea il tuo blog, regalare un racconto, un attimo di fantasia, quel po di evasione letteraria che ci sfugge facilmente nelle nostre vite complicate e che invece è vitale, d'ispirazione!. Non posso che dirti brava!, ti seguo!

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    1. Grazie! :)
      all'inizio lo facevo tutti i giorni. Poi ho avuto meno tempo, e ora aggiorno soltanto il blog dei "brambilla"...

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  8. mi piacerebbe sapere qual'è la parte autobiografica...
    fumi?

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  9. grazie per quanto scritto sul mio blog...sei la benvenuta! Scrivi molto bene e in modo diretto. Tornerò a leggere i tuoi racconti, autobiografici o no non importa...il bello dell'arte è che ci offre la possibilità di esprimere sogni e pensieri senza nessun filtro! 1 sorriso

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  10. Grazie! a dire la verità questo blog non è aggiornato quasi più... mi trovi invece quotidianamente su racheleracconta (la famiglia brambilla), se ti va! un abbraccio a te

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