Sarò sola questo
Natale.
I ragazzi sono
in montagna con gli amici, e i miei hanno deciso di festeggiare il loro anniversario in crociera.
Quarantacinque anni!
sembra incredibile poter passare tanto tempo insieme a qualcuno.
Resterò da sola
dunque, e fammi pensare un momento, forse sarà per la prima volta da che mi
ricordo.
Eh sì, perché
quegli anni in cui mi lamentavo di essere sola, in realtà c’erano i gemelli con
me, e anche se era un po’ pesante, sola
non lo sono mai stata…
C’è stato l’anno
zero, come lo chiamiamo noi, quello in cui un biglietto proibito letto dalla
persona sbagliata (io!) al momento sbagliato (la vigilia di Natale) ha
sancito la fine del mio matrimonio. I bambini si sono stretti a me e, per reazione, da allora i nostri Natali
sono stati uno più bello dell’altro. Ogni anno ci superavamo in decorazioni e
festoni, e la nostra casa era diventata meta di pellegrinaggio per amici e parenti.
Oltre alla
bellezza delle luci, alle dimensioni dell’abete, agli addobbi sparsi per casa
tanto da sentirti catapultata nella baita di Babbo Natale, c’erano sempre
biscotti alla cannella, tazze di cioccolata calda e il pandoro fatto in
casa, che impregnava l’aria di vaniglia e zucchero.
Il giorno di
Natale, poi superavo me stessa.
Era un po’ come
se volessimo cancellare il ricordo di quel tradimento soffocandolo con
l’atmosfera della perfezione.
E di Natale in Natale sono
invecchiata, accidenti. Me ne accorgo guardando i miei figli, perché per il
resto mi sento la stessa.
La stessa di
diciotto anni fa, quando li ho abbracciati per la prima volta. Non mi sembra
nemmeno che sia passato tutto questo tempo…
Sono qui incantata
davanti alle candele, e non sono riuscita proprio a finire la cena della
vigilia. Sparecchierò domani.
E’ la prima
volta che la trascorro da sola, abbiate pazienza.
“Sei proprio sicura, mamma?” mi hanno chiesto con garbo prima di prenotare, preoccupandosi di lasciarmi senza darmi
un dispiacere.
Cosa rispondere?
Mi sarei buttata
al collo implorando loro di non lasciarmi mai, avrei piagnucolato in modo
pietoso che senza di loro non sarebbe mai arrivato il vero Natale, ma ho
annuito decisa, sorridendo per conferma.
Andate, figli miei.
Andate, figli miei.
Come quando li
incoraggiavo da piccini a buttarsi nella mischia: quante volte ho dovuto spingere
per farli andare, quanti sorrisi di incoraggiamento ho speso per
renderli sicuri, per farli camminare con le loro gambe, per far sì che si
allontanassero dal nido per la loro strada.
Loro si giravano
a guardarmi, aspettando un cenno da parte mia, e io annuivo sollevando le
sopracciglia, come a dire “Allora? Che aspetti?”. Solo allora si decidevano.
E ora che si
sono allontanati, ora che camminano decisi, ora che sono due splendidi giovani
con il futuro nelle loro mani asciutte e forti, io resto a guardarli.
Li osservo dalla mia seggiola traballante, al principio della via, mentre loro si
immettono sereni nella corsia della loro vita.
La stanza brilla di luci colorate, i canti di Natale come sottofondo, le candele
indugiano in quest’atmosfera di festa. Mi accomodo sul divano e mi godo gli
addobbi.
A quest'ora Babbo Natale prepara le sue renne per iniziare il giro
del mondo…
Verso dello
spumante ghiacciato nel mio calice e lo sollevo per brindare, guardando le
bollicine che salgono in superficie partendo da un punto misterioso attaccato
al vetro. Dopo un sorso
leggero, socchiudo gli occhi e lo assaporo.
Sotto il mio
albero maestoso, due pacchetti incartati aspettano di essere aperti. Loro
torneranno fra qualche giorno, saranno contenti dei loro regali.
“Quel lieve tuo
candor, neve, discende lieto nel mio cuor…” Abbandono la testa sul divano, e
scivolo velocemente nel sonno.
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Din… din… din…
Mi sveglio di
soprassalto. E’ già mattina, ho dormito proprio come un sasso! Dove sono? Ah,
sì, mi ero addormentata sul divano con la copertina… aspetta un attimo, non
avevo la copertina.
Devo essermela
messa questa notte senza ricordarmene. Che strano.
Ancora quel
tintinnio! Ma che succede?
Oh mamma! E’
passato per davvero Babbo Natale? Sotto l’albero ci saranno almeno dieci
pacchetti infiocchettati, e la tavola è apparecchiata per la colazione delle
grandi occasioni!
Non credo ai
miei, occhi, non oso illudermi…
“Buon Natale,
mamma!”
Due cappelli rossi
bordati di bianco, un campanellino leggero, tre tazze di cioccolata fumante.
Due ragazzi -i miei bambini, due uomini!- sorridenti.
I veri amori
della vita.
Con questo racconto partecipo al concorso "Christmas Gift", di My Caffè Letterario e Locanda dei Libri
Con questo racconto partecipo al concorso "Christmas Gift", di My Caffè Letterario e Locanda dei Libri