lunedì 26 marzo 2012

Mery


Mery è felice.
Da quando vive a Milano si sente rinata, e riesce persino a dire che in questa città si sta di gran lunga meglio che nella sua Toscana.

Mery va dal parrucchiere per la piega, esce con un taglio asimmetrico che non ha mai richiesto e piange per tutta la notte.
Il mattino dopo cambia parrucchiere e si fa le extension. “E’ colpa mia, conclude, sono una stupida”

Mery aspetta da giorni un colloquio di lavoro, si presenta elegante e scopre che deve soltanto lasciare il CV alla segretaria. Ci rimane un po’ male.
Il giorno dopo non ne parla già più.

Mery ha incontrato suo marito nel mare, poco più che ragazzini, e lo racconta con il sorriso e l’entusiasmo di un fatto accaduto da poco, mentre il marito arrossisce.

Mery è un po’ confusa.
Ha sempre programmato tutto per filo e per segno, e da quando i suoi bambini le hanno stravolto l’esistenza si sente disorientata e pasticciona.
Ma non lo è, pasticciona, è soltanto di corsa e affannata, e non si nasconde dietro maschere di falsità: quando sta male ha il coraggio di urlarlo al cielo. 
Sorridendo.

Sorride di tutto e vive con passione, compra libri e li ripone sullo scaffale, senza riuscire a trovare la forza per aprirli.
Ma continua a comprarne, ed è questa la sua bellezza.

È bella Mery, fuori e dentro. Ma forse non ha nemmeno il tempo per accorgersene.

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