martedì 24 aprile 2012

Il saggio

Il saggio ha imparato ad ascoltare il proprio corpo.
Egli sa quando è il momento di fermarsi, quando è l'ora della lotta o quella dell'accettazione.
Si mette continuamente alla prova per toccare i suoi limiti e spostarli un po' più avanti, ma sa fermarsi un attimo prima che quel limite lo pieghi, e accetta il fatto che oggi potrebbe doversi fermare addirittura prima di ieri.


Il saggio ha pianto e urlato, ha maledetto il fato e si è chiesto "Perché?".
Ma poi ha accettato la realtà, si è adeguato a ciò che non poteva cambiare e ha cambiato ciò che era in suo potere modificare. 
E' per questo che è divenuto saggio.


Il saggio accetta il proprio limite, rispetta il suo corpo come un viandante il padrone di casa che lo ospita.
Non rinuncia con fatica a cibi che ama ma che sa nocivi, perché è consapevole di poterseli concedere in un momento di festa. E questa consapevolezza gli permette di privarsene senza alcun rammarico.
Egli non soffre se la taglia del vestito che compra non è più quella di un tempo, ma si nutre della gioia che gli dà indossare quell'abito.


Il saggio ha vissuto con fragore la sua giovinezza, si è rifugiato in luoghi dove nessuno poteva raggiungerlo, ha ferito chi amava.
Ma poi ha salutato la quiete della maturità, ha abbattuto le barriere che lo nascondevano al mondo e ha svelato la sua luce alle persone più care.
E' per questo che è saggio, perché non teme di mostrarsi qual è.


E il saggio si ama. 
E' solo grazie a questo che può definirsi, veramente, Saggio.

3 commenti:

  1. Il saggio sta alla frontiera, fermo sul suo territorio, il palmo di mano sulla fronte per proteggersi dal riverbero del sole, e guardare oltre, ben oltre i confini del proprio territorio, e delle proprie conoscenze.
    Questi è il saggio.

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  2. non sono un saggio...decisamente.

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